Nei suoi consulti in video, il Dr. Andrea G. Di Stefano osserva ogni giorno visi segnati da quella stanchezza opaca che la crema giusta, da sola, non risolve. “Si vede subito”, dice. “La pelle perde struttura, cede nei punti critici, ma soprattutto cambia voce. Non riflette più la luce nello stesso modo. E chi si guarda allo specchio lo sa, anche se non sempre sa da dove cominciare”.

Il metodo seguito dal Dr. Di Stefano si fonda su una combinazione precisa: l’impiego controllato del microneedling e l’utilizzo mirato di sieri cosmeceutici ad alta concentrazione. Questa sinergia permette di intervenire su quelle aree in cui la pelle mostra segni precoci di invecchiamento o disorganizzazione del tessuto, stimolando la produzione endogena di collagene e migliorando progressivamente l’architettura cutanea.

Un ago sottile, un attivo potente, un tempo preciso

Il microneedling trova applicazione in ambito dermatologico per la sua capacità di stimolare selettivamente i fibroblasti, cellule responsabili della produzione di collagene, elastina e acido ialuronico.

L’azione meccanica generata dal microneedling stimola in modo selettivo i processi rigenerativi cutanei, mantenendo integra la funzione di barriera. “È essenziale valutare con precisione la profondità e la densità del trattamento”, spiega il Dr. Di Stefano. “Quando la pelle rallenta nel suo ciclo di ricambio, una stimolazione ben dosata può riattivare i meccanismi biologici responsabili della sua struttura e vitalità”.

Ma il vero snodo è successivo: quello che si applica immediatamente dopo. A pelle aperta — letteralmente — ogni molecola trova una strada diretta. È qui che entra in gioco la competenza clinica e la qualità dei sieri antirughe.

Formule cosmeceutiche, non cataloghi da banco

Il Dr. Di Stefano seleziona personalmente i prodotti in base a tre criteri:

  1. concentrazione reale degli attivi;
  2. struttura della formula;
  3. tollerabilità su pelle trattata.

“Chi fa microneedling e poi mette una crema qualsiasi sta buttando via la seduta”, dice secco. “Servono sieri con molecole piccole, stabili, in grado di penetrare senza irritare”.

Cita tre nomi, tra gli altri. Il Siero Booster DCderma, che si inserisce tra i prodotti cosmeceutici destinati a pelli esigenti, grazie a una formulazione studiata per migliorare tono, idratazione e risposta agli stimoli rigenerativi. Pensato per essere compatibile anche con le pelli trattate con microneedling, questo siero agisce come supporto attivo in una routine mirata: “Un prodotto pulito, pensato per pelli già stressate. Perfetto dopo il trattamento”.

Poi il La Roche-Posay Hyalu B5, particolarmente adatto a chi mostra i primi cedimenti della zona naso-labiale. Infine il Pharcos Agex Serum Spot, con acido tranexamico e vitamina C, usato spesso per trattare discromie su fototipo III o IV.

Questi sieri sono formulati per lavorare direttamente sugli strati più attivi della pelle, modulando il turnover cellulare e sostenendo la struttura profonda del derma.

Mediterraneo: un serbatoio terapeutico sottovalutato

Una parte del suo lavoro, negli ultimi anni, si è concentrata sui principi attivi mediterranei, spesso trascurati dalla grande industria. “L’estratto di cappero di Salina ha una potenza antiossidante superiore a quella di molti derivati sintetici. L’olio essenziale di arancio dolce, purificato correttamente, è straordinario nel migliorare la luminosità cutanea. La foglia di olivo contiene una concentrazione elevatissima di oleuropeina, che è una delle molecole più promettenti per il trattamento della pelle reattiva”.

Queste sostanze di origine mediterranea presenti in alcune formulazioni offrono un’efficacia documentata. La loro ricchezza in polifenoli, la compatibilità cutanea e la capacità di modulare le risposte ossidative ne fanno ingredienti pienamente attivi sul piano dermatologico, in perfetta sinergia con molecole più studiate come l’acido ialuronico o la niacinamide.

Teledermatologia: precisione anche da remoto

La teledermatologia di nuova generazione, quella basata su immagini ad alta risoluzione e interviste cliniche approfondite, consente di valutare con accuratezza il tipo di pelle, l’inestetismo prevalente, le eventuali controindicazioni.

“Una pelle trattata male resta in silenzio per mesi, poi reagisce all’improvviso”, racconta. “Bisogna ascoltarla prima. Capire se è sottile, ipervascolarizzata, sensibile ai derivati salicilici o all’alcool. Anche il miglior siero, sulla pelle sbagliata, può fare danni”.

Il percorso inizia con una valutazione fotografica dettagliata, seguita da indicazioni chiare sui prodotti da utilizzare, sulle modalità d’uso e sulla frequenza di applicazione. Durante la consulenza, il Dr. Di Stefano osserva con attenzione la morfologia del viso, l’elasticità della pelle e i punti in cui la struttura cutanea mostra segni di indebolimento. È da questa lettura attenta che prende forma una proposta realmente personalizzata.

Non solo rughe: struttura, pori, cicatrici

Il microneedling viene inizialmente impiegato per intervenire su cicatrici post-acneiche, pori dilatati e rilassamenti cutanei circoscritti. La sua efficacia in questi ambiti ha portato nel tempo a un utilizzo più ampio, anche per contrastare i segni precoci dell’invecchiamento e migliorare la qualità generale della pelle.

“Oggi lo uso anche nei casi di colorito grigio, pelle spenta, linee sottili perioculari, purché ci sia un piano preciso”, spiega.

Il ciclo ideale prevede almeno tre sedute a distanza di 4-6 settimane, ognuna seguita da 7-10 giorni di routine cosmeceutica domiciliare. Non si tratta di estetica. È una terapia rigenerativa, calibrata. E funziona perché non forza. Allena la pelle a rispondere meglio, a produrre da sola ciò che col tempo ha ridotto.

Una cura per chi ha già provato troppo

Molti pazienti si rivolgono al Dr. Di Stefano dopo aver seguito routine aggressive o prive di coerenza: stratificazioni eccessive, prodotti inadatti, trattamenti ravvicinati senza una reale indicazione. In questi casi la pelle si presenta reattiva, disorganizzata, talvolta assottigliata.

L’intervento parte dalla sospensione degli stimoli inutili e dalla reintroduzione di un trattamento basato sullo stato attuale del tessuto. Il microneedling, se integrato con sieri ad alta tollerabilità, consente di riattivare i processi rigenerativi senza forzature.

Il Dr. Di Stefano mette in guardia da strumenti acquistati senza consulenza e da pratiche non supervisionate, come l’utilizzo domestico di rulli dermici o l’applicazione di acidi in autonomia. In assenza di una valutazione accurata, la pelle può reagire con irritazioni, desquamazioni o, nei casi più critici, con danni strutturali difficili da recuperare.

Ogni trattamento efficace nasce da una lettura precisa delle condizioni cutanee e dalla scelta ponderata dei prodotti più adatti.