Il melasma è una condizione iperpigmentaria che richiede un’analisi accurata prima di qualsiasi intervento. Le macchie scure, spesso simmetriche, interessano zigomi, fronte e area peri-labiale e derivano da un’eccessiva produzione di melanina. Nelle donne con fototipo medio-alto il quadro è frequente e spesso peggiora con esposizione solare e stimoli ormonali. La pelle coinvolta mostra un’organizzazione alterata, con depositi di pigmento distribuiti in modo disomogeneo tra epidermide e derma.
Il Dr. Andrea G. Di Stefano chiarisce che ogni trattamento efficace nasce da una lettura clinica precisa: “Una macchia non si valuta solo dal colore. Bisogna capire quanto è radicata, osservare la compattezza dei bordi e testare la tolleranza cutanea. È questa osservazione che orienta il tipo di stimolo e il momento in cui proporlo”.
In questa prospettiva si inserisce quella che il dermatologo definisce la triade rigenerativa, un percorso in tre tempi che prevede una sequenza ben definita: il microneedling prepara la pelle, i sieri mantengono attivi i processi depigmentanti e il peeling interviene sui depositi più profondi.
L’importanza della valutazione preliminare
Il melasma non è una semplice macchia superficiale. Nei casi epidermici il pigmento è più accessibile e risponde bene a stimoli controllati; nei melasmi dermici o misti i depositi si trovano più in profondità e richiedono un lavoro graduale, che alterna stimoli meccanici e chimici per evitare reazioni infiammatorie.
Durante la visita, il Dr. Di Stefano esamina la morfologia delle macchie con luce diretta e filtri specifici, valutando anche la risposta vascolare e la presenza di microdesquamazioni. “Se la pelle appare iper-reattiva, ogni stimolo va rimandato. Nei melasmi cronici la fretta è la principale causa di peggioramento”, commenta.
Solo dopo questa analisi la triade viene pianificata.
Microneedling: la fase che prepara e stimola
Il percorso inizia con il microneedling, tecnica che crea microcanali controllati grazie a sottili aghi in acciaio. Questi passaggi stimolano i fibroblasti e migliorano la distribuzione dei melanociti, favorendo un tono più uniforme. La procedura prevede detersione accurata e, nei casi più sensibili, applicazione di crema anestetica. La durata varia dai 30 ai 60 minuti e l’intensità viene scelta in base alla profondità del pigmento.
Il Dr. Di Stefano sottolinea l’importanza di non eccedere: “Un passaggio troppo aggressivo può innescare infiammazione e peggiorare l’iperpigmentazione. Nei melasmi superficiali bastano tre sedute, distanziate di almeno un mese, per ottenere una pelle più uniforme”.
La pelle, nei minuti successivi alla seduta, resta permeabile ai principi attivi: è questo il momento in cui i sieri depigmentanti diventano determinanti.
Sieri depigmentanti: continuità e sostegno tra le sedute
Subito dopo il microneedling si applicano sieri formulati per agire su melanina e stress ossidativo. Le molecole a basso peso, in questa fase, penetrano in modo diretto attraverso i microcanali.
Il DCderma Siero Emme viene inserito nei protocolli depigmentanti indicati per il melasma, grazie alla sua tollerabilità in pelli trattate con stimoli rigenerativi. Nei fototipi più scuri il Dr. Di Stefano preferisce alternare il Pharcos Siero, utilizzato nei percorsi in cui è richiesta particolare attenzione alla reattività cutanea.
“Il siero mantiene la pelle in uno stato di stimolo controllato. Lo applico per almeno tre settimane tra una seduta e l’altra, così il risultato ottenuto con il microneedling non si disperde”.
I sieri svolgono un ruolo attivo nel trattamento: prolungano l’effetto rigenerativo ottenuto con il microneedling, sostengono la pelle nei giorni successivi e favoriscono una risposta uniforme al trattamento seguente.
Peeling chimico: colpire i depositi più profondi
Il peeling chimico completa la triade intervenendo sui depositi di pigmento che il microneedling non riesce a modulare. La scelta della sostanza esfoliante dipende dal fototipo e dalla profondità del melasma: acido glicolico e salicilico per le forme superficiali, acido tricloroacetico per quelle più radicate.
L’Agex TC‑3 di Pharcos viene inserito nei protocolli dedicati al melasma per favorire il rinnovamento controllato della pelle. È utilizzato in sequenza con microneedling e sieri depigmentanti nei percorsi in cui è necessario intervenire in modo progressivo sulla pigmentazione.
Secondo le linee guida, il recupero varia da 3 a 7 giorni per i peeling superficiali e può arrivare a 2-4 settimane per quelli medi, con possibili eritemi e desquamazioni. Nei soggetti predisposti si previene la riattivazione dell’herpes con profilassi antivirale.
“Un peeling ben gestito stimola un rinnovamento regolare della pelle. Questo ritmo controllato aiuta i melanociti a distribuire in modo più uniforme il pigmento e rende le macchie progressivamente meno visibili”, precisa il Dr. Di Stefano.
Fototipi e sequenza personalizzata
La gestione del melasma tiene conto anche del fototipo, soprattutto nei casi in cui la pelle tende a reagire con maggiore sensibilità. Nei fototipi più scuri vengono privilegiati sieri ben tollerati, per ridurre il rischio di reazioni post-infiammatorie e mantenere stabile il risultato tra una seduta e l’altra.
Le sedute di microneedling vengono programmate in cicli distanziati di 4-6 settimane, con valutazione della risposta cutanea prima di ogni nuovo trattamento.
Questa personalizzazione riduce il rischio di iperpigmentazione post-infiammatoria e rende il trattamento più stabile nel tempo.
Teledermatologia: monitoraggio costante
Il controllo continuo è parte integrante del percorso. Attraverso foto ad alta definizione e colloqui video, il dermatologo verifica l’evoluzione delle macchie e adatta la sequenza dei trattamenti. “La pelle cambia da una settimana all’altra. Senza monitoraggio, anche il miglior piano terapeutico può perdere efficacia”, commenta il Dr. Di Stefano.
Routine domiciliare e prevenzione delle recidive
Dopo il ciclo professionale, la prevenzione è fondamentale. La pelle deve essere protetta con filtri solari ad ampio spettro, detergenti delicati e applicazione regolare di sieri depigmentanti. Nei mesi successivi le recidive si evitano mantenendo il controllo della melanogenesi con prodotti specifici e visite di controllo periodiche.
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